Come impedire che tuo figlio vada in mano a ciarlatani (Prima parte)

fiabe

Quando guardo i miei figli c’è una domanda che mi rimbalza in testa in continuazione:

Cosa faranno da grandi? Che uomini o donne saranno?”

Ovviamente, mi regalo la risposta che la mia testa vuole sentire:

Bhè, sicuramente diventerá una persona onesta, sicuramente sará felice…FORSE.”

Proprio quando il dubbio ruba spazio alla certezza c’è una nuova idea che pianta la tenda nella nostra testa di genitori, un pensiero che non ci abbandonerà mai più, diciamo che se fossimo una azienda potrebbe essere la nostra mission:

Nostro figlio…il nostro bambino, deve sentirsi al sicuro, non deve avere paura, ci siamo noi genitori a proteggerlo.

A questo punto abbiamo il primo problema con cui iniziare a prendere confidenza:

  • Nostro figlio ad un certo punto della sua vita non stará con noi 24 ore al giorno.

Ma noi genitori siamo gente strana, pensiamo che solo con noi il nostro bambino sia al sicuro, eppure anche noi qualche peccato veniale lo commettiamo, anche perché, parliamoci chiaro, esistono corsi per imparare a fare qualsiasi cosa: cuochi, artisti, elettricisti, contabili…ci sono corsi per imparare a fare corsi…ma i corsi per diventare bravi genitori?

Quelli non esistono, o per lo meno non c’è un metodo universalmente riconosciuto per essere esperti di “genitorologia”, nessuno può pensare di avere in mano la soluzione, allora cosa si deve fare per avere la fortuna di educare un figlio in modo che possa essere un adulto responsabile, onesto, rispettato e soprattutto felice?

Logico pensare che nessuno ti può regalare la formula magica, ma cercando tra le pubblicazioni più importanti, una ha sicuramente catturato la mia attenzione, autrice di questo pezzo è la Dott.ssa Federica Baroni, pedagoga e docente universitaria. Ne pubblico una parte perché l’ho trovato interessante e non è necessario aver fatto un Master in Dinamiche dell’età evolutiva per leggerlo con cognizione (odio le supercazzole!)

I dieci errori che i genitori commettono più facilmente

1 “Stai attento, così ti farai male! Non salire in piedi sull’altalena…”

Errore: essere iperprotettivi

“Bambini troppo protetti, rischiano di diventare adulti insicuri” dice la psicologa. “Il bambino deve fare la sua esperienza, deve confrontarsi anche con i pericoli e provare a superarli da solo. Nel nostro mondo occidentale non ci sono guerre, né viviamo in costante pericolo di morte, come invece era nel passato, ma le ansie genitoriali anziché diminuire sono aumentate”.

2 “Quando siamo al supermercato ti compro il gioco che vuoi, promesso!”

Errore: non dire mai di no

“Il genitore non deve fare tutto quello che gli chiede un bambino. Ad esempio se ci fosse in ballo la sopravvivenza e ci trovassimo su una nave in mezzo al mare, non lasceremmo a un bambino il timone. La responsabilità è nostra. Inoltre non è affatto vero che i bambini sono più felici più roba hanno. I bambini non sanno, è quindi importante che l’adulto valuti se c’è davvero bisogno di comprare qualcosa e non solo perché lo chiede il piccolo. I bambini sono bambini e le decisioni spettano agli adulti.

3 “Ma come ho fatto ad avere un figlio come te!”

Errore: perdere la calma con un bambino

“Frasi di questo genere sono scorrette perché mortificano e sminuiscono il bambino. Così come anche urlare quando si è molto arrabbiati”. Quello che bisogna fare è dare regole chiare e non comandi, cioè meglio dire: “Quando si è a tavola non si canta”, piuttosto che: “Stai zitto e mangia!”. E se il bambino trasgredisce piuttosto che insultarlo personalmente è meglio criticare il comportamento, ad esempio “Non sono contenta di quello che hai fatto…”

4 “Tuo figlio è maleducato e dà gli spintoni alla mia bambina!”

Errore: intromettersi nelle relazioni dei figli

“Se un bambino ha un problema con un amico è giusto ascoltarlo e magari dare suggerimenti, ma non bisogna farsi prendere dall’emotività e riprendere il bambino in questione o addirittura rivolgersi ai suoi genitori. In molte situazioni i piccoli se la cavano meglio senza di noi adulti. Se ci immischiamo a risolvere i loro guai rischiamo di ingigantire un problema e rendiamo i bambini incapaci di agire”.

 

5 “La tua maestra non capisce niente!”

Errore: credere che il proprio figlio sia perfetto

Parlare male degli insegnanti perché hanno dato un brutto voto o hanno ripreso vostro figlio è da evitare. “In questo modo si alimenta il fatto che il bambino sia perfetto. Il genitore, cercando di proteggerlo, in realtà rischia di crescere un piccolo arrogante” dice Roberta Mariotti. Se davvero c’è un problema con la maestra, allora è meglio che il genitore chieda un colloquio per capire se davvero c’è qualcosa che non va. Importante però è non coinvolgere il bambino.

 

6 “Non è possibile che i tuoi compagni abbiano preso un voto migliore in matematica!”

Errore: essere in competizione con gli altri genitori

I genitori spesso sono in competizione tra loro per il successo dei figli. “Ma esagerare la competizione e magari fare confronti continui può dare al bambino l’impressione che gli altri siano più bravi”. Se nostro figlio fa male un compito, meglio concentrarsi sul perché ha sbagliato, non cercare la perfezione ma il miglioramento. E ricordarsi che anche i veri talenti hanno fatto degli errori.

7 “Lascia, ti aiuto io a fare le equazioni, la ricerca la prepariamo insieme dopo cena…”

Errore: fare i compiti al posto suo

“I genitori dovrebbero evitare di fare i compiti al pomeriggio insieme ai figli. Sia perché insegnare è il lavoro degli insegnanti e va lasciato a loro, sia perché bisogna dare spazio ai figli di fare e anche di sbagliare. Inoltre se i genitori si sostituiscono nel fare i compiti, la scuola perde per i ragazzi quel carattere di sfida e subentra in loro la noia e la svogliatezza”.

 

8 “Avevo detto che non si guarda la tv, non mi importa se te l’ha accesa il papà. Ora ci sono io e si spegne”

Errore: essere in disaccordo con l’altro genitore

La mancanza di coesione genitoriale crea nei bambini disagio e confusione: non sanno più a chi fare riferimento, percepiscono una crepa nella coppia e spesso hanno la sensazione di esserne la causa. I figli si trovano a dover fronteggiare da soli le incertezze degli adulti. Quindi è molto importante che le regole educative vengano decise e portate avanti insieme da mamma e papà.

9 “Vuoi gli adesivi come quelli della tua compagna? Vuoi fare quello sport che fanno tutti i tuoi amici e solo tu non fai?”

Errore: anticipare i desideri dei figli

L’ansia della mamma che la figlia si senta inferiore o possa essere esclusa la porta ad anticipare continuamente i suoi bisogni. “L’anticipazione genitoriale dei bisogni infantili impedisce ai figli di vivere i propri desideri perché i genitori, nell’ansia di soddisfarli, finiscono per soffocarli” dice il pedagogista Daniele Novara. Quindi prima di proporre un’attività, di comprare un gioco, di dare una merenda super golosa, aspettate che sia il bambino a chiedervela, lasciate ai figli lo spazio per sentire e vivere i propri desideri.

10 “Ti ho spalmato la marmellata sulla fetta di pane, così non ti sporchi, non ti tagli, non ti affatichi…”

Errore: essere troppo servizievoli e impedire ai figli di essere autonomi

La continua assistenza ai figli non lascia loro la possibilità di sperimentare, di fare esperienza. “Nel troppo fare dei genitori i bambini diventano fragili” conclude Roberta Mariotti.

http://www.nostrofiglio.it/bambino/bambino-3-6-anni/educazione-dei-figli-i-10-errori-piu-comuni-che-fanno-i-genitori

Giá, perché come detto prima, noi genitori siamo una categoria a parte, solo chi è genitore ha ben in mente cosa succede nella nostra testa quando nasce il nostro bambino: solo noi sappiamo che tre pensieri si fanno largo e ci fanno capire che qualcosa è irreversibilmente cambiato:

  • Questo frugolo è la cosa più bella che abbia mai visto.
  • Da questo momento ho un motivo per dare la vita.
  • Questa meraviglia dipende da me.

Non siamo più gli stessi, la percezione di cosa é importante e cosa non lo è: cambia definitivamente. Quello che prima era importante adesso è accessorio e si diventa “monopensierosi”

Gli anni volano e arriva velocemente il momento in cui si deve lasciare che il nostro piccolo faccia il primo passo nel mondo, nel suo mondo (che non è il nostro).

Arriva quindi la scuola materna.

Ci siamo passati tutti, i dubbi sono molti e le risposte poche, noi non possiamo essere lì, dobbiamo fidarci. Ma fidarci di cosa?

L’unica cosa di cui ci possiamo fidare é LA PROFESSIONALITÀ di chi sta con nostro figlio o nostra figlia.

Ho provato a riassumere il concetto di professionalità, riferito alla professione di docente e ho isolato cinque punti determinanti:

  • Passione per il proprio lavoro
  • Titolo di studio e qualifica specifica
  • Competenze maturate sul campo
  • Volontá di aggiornarsi
  • Caratteristiche personali

Sono questi i prerequisiti minimi per pensare di poter fare un ottima lavoro.

Ma diciamo che le istituzioni, seppur massacrate, questo minimo sindacale lo garantiscono nella stragrande maggioranza dei casi. Così come la scuola materna anche il resto del percorso scolastico, con i suoi alti e i suoi bassi riesce a garantire uno standard buono.

Ma al pomeriggio la scuola finisce e allora cosa succede?

La prossima settimana uscirà la seconda parte in cui proveremo a spiegare come orientarsi nella giungla delle offerte del doposcuola.

Ma la domanda è: se non compreresti mai un melone dal ferramenta o prenoteresti mai una vacanza su un sito di DVD a noleggio, perché lasci che tuo figlio impari a muoversi dal salumiere?

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